martedì 30 settembre 2014

Iceburn Collective (1997) Polar Bear Suite


Info :
Iceburn, known later as the Iceburn Collective, was a musical group formed in 1991 in Salt Lake City, Utah, USA, by guitarist/vocalist/composer Gentry Densley, the sole constant member through multiple personnel changes. They were known for their unique style that combined elements of jazz, heavy metal, punk, and classical music. Releasing albums on Revelation Records and Victory Records, Iceburn achieved little mainstream attention, but earned critical praise for their unusual music.

Their early output could be classified as jazzcore, blending the speed and energy of hardcore punk and metal with the intricacy of jazz and progressive rock. For their first few years and albums, Iceburn were, for the most part, a classic "power trio" of guitar, bass guitar and drums.
Around 1996, with the release of Meditavolutions, a 70-minute continuous piece in the form of a musical palindrome, the band began to go by the name the Iceburn Collective, to reflect the dynamic nature of the group's membership. The lineup expanded with a saxophonist, percussionist on conga drums, and a second guitarist. Critic Piero Scaruffi described the pieces on Meditavolutions as "their most [...] accomplished works," while critic Bret Love writes of the album, "the eclectic sound of this Utah-based septet flows so seamlessly that it may take a few songs before you realize you've never heard anything quite like it."
The band gradually introduced more and more improvisation. By the time they disbanded in about 2000, Iceburn was a completely improvised avant-garde jazz unit, featuring saxophone and other woodwind instruments.
Densley went on to participate in Ascend, a collaboration with Greg Anderson.
Most of their albums featured artwork by Californian Rich Jacobs.
Iceburn reunited for one concert in February 2007 to celebrate the 18th anniversary of Slug Mag (Salt Lake Underground, devoted to local music and arts), a longtime booster for Iceburn and Densely's music.

Fonte: wikipedia

Scheda :
Band : Iceburn Collective
Album : Polar Bear Suite
Anno : 1997
Etichetta : Iceburn Records
Numero di catalogo : ICE001
Genere : Jazz, Rock
Paese : Salt Lake City, Utah, USA

Songs :
1 - Solarity [20:17]
2 - Polarity [22:55]
3 - Aurora Boreality [16:43]

Credits :
Artwork By – Rich Jacobs
Bassoon – Alicia Poore
Clarinet [Bass] – Aaron Hansen
Double Bass – Cache Tolman, Doug Wright
Drums – Dan Day
Edited By – Todd Winn
Engineer – Brian Kesler, Chad Wagstaff, Chris Hill
Guitar – Chris Hill, Gentry Densley
Mixed By – Chris Hill, Gentry Densley
Saxophone – Jared Russell

Registrato in presa diretta, ottobre 1996, Salt Lake City

Iceburn Collective (1997) Polar Bear Suite

domenica 28 settembre 2014

The Delgados (1998) Peloton


Artist: The Delgados
Title: Peloton
Label: Mantra Recordings ‎– MNTECD1013
Format: CD album
Year: 1998
Country: UK
Released: 1998
Genre: Rock
Style: Indie Rock

Songs:
01 Everything Goes Around The Water
02 The Arcane Model
03 The Actress
04 Clarinet
05 Pull The Wires From The Wall
06 Repeat Failure
07 And So The Talking Stopped
08 Don't Stop
09 Blackpool
10 Russian Orthodox
11 The Weaker Argument Defeats The Stronger

The Delgados (1998) Peloton

martedì 23 settembre 2014

Tim Buckley (1970) Starsailor


Artist: Tim Buckley
Title: Starsailor
Label: Enigma Retro ‎– 7 73505-2, Straight ‎– 7 73505-2
Format: CD, Album, Reissue
Country: US
Released: 1989
Genre: Folk, World, & Country, Jazz, Rock
Style: Folk Rock, Psychedelic Rock

Songs:
1 Come Here Woman
2 I Woke Up
3 Monterey
4 Moulin Rouge
5 Song To The Siren
6 Jungle Fire
7 Starsailor
8 The Healing Festival
9 Down By The Borderline

Credits:
Artwork By [Art Direction], Photography – Ed Thrasher
Artwork By [Cd Repackaging] – L. J. Moche
Bass [String, Electric] – John Balkin
Electric Guitar, Electric Piano, Organ [Pipe] – Lee Underwood
Engineer – Stan Agol
Flute [Alto], Saxophone [Tenor] – Bunk Gardner
Guitar [12-string], Vocals – Tim Buckley
Percussion [Tympani], Performer [Traps] – Maury Baker
Producer [Exective] – Herb Cohen
Producer, Written-By – Tim Buckley
Remastered By [Digital] – Bill Inglot, Ken Perry
Trumpet, Flugelhorn – Buzz Gardner
Written-By – John Balkin (tracks: 7), Larry Beckett (tracks: 2 to 4, 7)

Notes:
A reissue of the 1970 album.
Digital Remastering at K-Disc.
(P)(C)1989 Straight Records.
Printed in Canada.
Produced under license from Warner Brothers Records, Inc.

"Sto muovendo oltre e probabilmente sarà molto, molto più in là di quel che la gente si aspetta. Ma so dove sto andando, vedo la strada". Con queste parole profetiche, estrapolate da un'intervista, Tim Buckley si appresta a compiere il viaggio musicale più affascinante e pericoloso che abbia mai intrapreso. Classe '47, dal volto angelico e riccioluto, egli è da qualche tempo tra i più dotati menestrelli del panorama americano, titolare di una manciata di lavori sospesi tra folk, jazz e psichedelia. Sfortunatamente i suoi album (Fred Neil, Tim Hardin, Miles Davis i numi tutelari) non scuotono le classifiche, relegando il giovane al rango di nome di culto, nonostante gli sforzi pubblicitari.
1970: lo scenario muta drasticamente. Ormai non importa più nulla dei fallimenti, dei possibili tonfi commerciali: c'è bisogno di andare oltre, rompere tutte le barriere della forma canzone ed esplorare una dimensione veramente sconosciuta.
Già con l'album precedente, "Lorca", il cantautore californiano aveva dato un assaggio di quello straniante, nudo pasto sonoro: brani scarnificati fino all'osso, spettrali e drammatici come in un incubo. La gran voce salmodiante copriva molta parte del tessuto strumentale, affidato all'organo a canne e alla chitarra elettrica, con saltuari ricordi acustici a corredo.
"Starsailor", terzo album nell'arco di un anno, faceva sembrare quelle sinistre litanie alla stregua di innocue folk-song.

Buckley registra il suo capolavoro in poche session (10-21 settembre 1970) con una band tutta nuova. Herb Cohen, suo manager e direttore dell'etichetta Straight (fondata con Frank Zappa) ha deciso di dargli ancora fiducia, nonostante le scarsissime soddisfazioni di classifica. Tim ritrova così il vecchio amico/paroliere Larry Beckett, accanto a lui fin dagli esordi, ma poi allontanato. Conferma la presenza di Lee Underwood, altro grande comprimario, alla chitarra elettrica, e John Balkin al contrabbasso. La perdita dolorosa dei compagni di strada Carter C.C. Collins (percussioni) e David Friedman (vibrafono) è bilanciata dall'entrata di Maury Baker (batteria, timpani) e dei fratelli "Buzz" e "Bunk" Gardner (rispettivamente tromba e sax), fiatasti di zappiana militanza.

Con poche ma chiarissime idee ben salde in mente, l'inedita compagine di musicisti si ritrova in studio. Tim si affida, come sempre, all'istinto e non dà alcuna indicazione scritta riguardo ad arrangiamenti o possibili assoli. I ragazzi dovranno limitarsi ad ascoltare le indicazioni del bandleader: improvvisare su un ostinato chitarristico, ricamare sonorità intorno a un volo di voce. Nasce così "Come Here Woman", il primo brano: accordi reiterati di chitarra elettrica seguiti dai virtuosismi del basso. La batteria irrompe e scuote l'ambiente, preparando l'ingresso di Buckley, che recita una prima strofa con teatrale istrionismo. Le vibrazioni nell'aria sono inquiete, la marea continua a cambiare forma, infrangendosi sugli scogli. Quando un abbozzo di melodia sembra sincronizzarsi tra chitarra e ritmica, ecco che la voce intraprende una serie di virtuosismi sperimentali, rallentando e velocizzando il suono delle parole, stupendo con acuti impossibili.

Per chi ancora non l'avesse capito, Tim Buckley dimostra al mondo di essere il più grande cantante del pianeta, capace di una estensione e una capacità di interpretazione assolutamente fuori dal comune. Così anche "I Woke Up" procede nella medesima ferrovia senza binari. La chitarra arpeggiata simula il lamento delle balene arenate sulla spiaggia, la tromba e la voce una lenta, sospesa malinconia. Tim morde e scompare, ruggisce poi fugge via. "Monterey" è soltanto una lunga, interminabile figurazione di elettrica, con scoppiettante basso & batteria al seguito. La voce simula grugniti e strilli repentini, pare di essere nella giungla. Le visioni evocate provocano inquietudine, nervosismo, tensione. Non è rock, né folk, né tantomeno pop. Buckley in questo momento è più attratto dal free-jazz di Albert Ayler, Coleman e Coltrane, dalla classica di alcuni coraggiosi come Pierre Buolez, Messiaen e Pendereckji. Un'ispirazione evidente è poi rintracciabile nel lavoro di Luciano Berio con la cantante Kathy Barberian: esplorazioni sulla vocalità e sui rapporti tra suono e parola, timbro e movimento, semantica e psicologia della musica.

Un sospiro di sollievo momentaneo è offerto dalla filastrocca naif di "Moulin Rouge", compiuta stavolta come una canzone standard. La tromba con sordina saltella in territori da music-hall, vagamente circensi o cabarettistici. Questo brano è tuttavia inserito da Buckley in qualità di riempitivo, quando è chiaro che il disco non è lungo abbastanza e le session sono terminate. Discorso differente per la successiva "Song To The Siren", scritta da Larry Beckett più di tre anni prima e poi scartata: all'originale ballata folk acustica viene rallentato il tempo e cambiato l'arrangiamento. Tim rimaneggia un po' il testo e ce la consegna profondamente diversa: la placida, inoffensiva andatura è tramutata in pathos elettrico, cori glaciali e interpretazione vocale più che mai sofferta e spettrale. Ne esce il capolavoro dell'album, una delle misconosciute perle nascoste del canzoniere americano.

I minuti scorrono, ma la cornice non cambia né vuole offrire appigli all'ascoltatore: basta approcciare "Jungle Fire", arabesco poetico diviso in due parti, una declamatoria e sospesa, l'altra spigolosa e movimentata dai consueti ostinati di elettrica. Oppure la controversa title-track, summa di tutta la sperimentazione d'avanguardia: costruita a tavolino da Tim e John Balkin da una poesia di Beckett, "Starsailor" è un temerario esercizio per sola voce. Sedici parti vocali sovraincise cambiando la velocità dei nastri: una sinfonia in cui l'unico strumento evoca spiriti ancestrali che sembrano possederlo. Un oceano di grida, sussurri, lamenti, gemiti. La materia è asciugata al massimo e si rivela in tutta la sua ostica bellezza. La nave stellare del marinaio Buckley approda finalmente a quell'agognato punto di non ritorno, lambisce per un attimo l'ignoto, osa, brucia, esplode. E sopravvive.

Con "The Healing Festival" si torna sulla terra cercando di dare un seguito strumentale a quel delirio, creando nuovo caos.
Non serve a nulla: lo zenith è stato toccato. Neppure il pur bellissimo incipit di tromba della conclusiva "Down By The Borderline" è utile ad approfondire ulteriormente il discorso. Il volo di Icaro è concluso: il sole ha bruciato le ali di Tim.

"Starsailor" esce nel novembre '70 e ovviamente non riscuote alcun successo. Si tratta dell'album più complicato e sconvolgente della storia rock: precursore inconsapevole di certa new wave più "eterea" (4AD) che negli anni Ottanta non mancò di pagare pegno. All'epoca molti critici scrivono recensioni entusiaste (celebri le cinque stelle dal jazz magazine "Down Beat"), ma tutto ciò non serve a risollevare le quotazioni di Buckley.
La provocazione messa in scena dal ventitreenne è raccolta da pochissimi coraggiosi. I vecchi estimatori dei suoi madrigali folk inorridiscono di fronte a quell'orgia: chi amava brani come "Once I Was" e "Phantasmagoria In Two" stenta a ritrovare l'angelico autore in questo marinaio delle stelle.

Buckley dal canto suo non può che tornare ai margini della scena, frustrato e pieno di malcelato livore verso il music business.
Non più giovane promessa, egli si ritrova a battere locali di terz'ordine, festival in cui il suo nome un tempo glorioso è recluso ai margini del cartellone. L'orgoglio e la testardaggine alla fine cedono al compromesso: tre album di mediocre folk-pop, arrangiato da sessionmen senza talento. La poesia di ieri rimpiazzata da squallidi testi impregnati di violenza o erotismo.
Un pensiero lo fa anche al mondo del cinema: la lunga lista di sceneggiature accantonate, adattamenti musicali naufragati e collaborazioni sfumate, però, parla da sola. Tutto il sostegno e l'amore di una nuova compagna non bastano. Tim Buckley non crede più nella musica, ha smesso di ambire a obiettivi importanti. Cerca rifugio per l'ultima volta nella droga e trova la morte per una combinazione di eroina (e quindi morfina nel sistema cardiocircolatorio) e alcol. E' il 29 giugno 1975: ha 28 anni.
Il suo viaggio si dissolve nel silenzio eterno dei pianeti.

Recensione di Ariel Bertoldo

Tim Buckley (1970) Starsailor

lunedì 22 settembre 2014

Teenage Fanclub (1991) The King


Label: Creation Records ‎– CRECD 096
Format: CD, Album
Country: UK
Released: 27 Aug 1991
Genre: Rock
Style: Indie Rock

Songs:
1 Heavy Metal 6
2 Mudhoney
3 Interstellar Overdrive
4 Robot Love
5 Like A Virgin
6 The King
7 Opal Inquest
8 The Ballad Of Bow Evil (Slow And Fast)
9 Heavy Metal 9

Band:
Norman Blake - Vocals, guitar
Gerard Love - Vocals, bass
Raymond McGinley - Vocals, guitar
Brendan O'Hare - Drums

Teenage Fanclub (1991) The King

domenica 21 settembre 2014

You Fantastic! (1997) Pals [EP]


Label: Skin Graft Records ‎– GR42CD
Format: CD, EP
Country: US
Released: 10 Jun 1997
Genre: Rock
Style: Post Rock, Avantgarde

Song:
01 Pals [17:28]

LINE UP:
Tim Garrigan: guitar
Darin Gray: electric bass
Thymme Jones: drums, trumpet, tape

GUESTS:
Julie Pomerleau: viola
Dan Forden: computer assist

Engineered by Phil Bonnet
Cover art by Joshua Gray and Mark Fischer

You Fantastic! (1997) Pals

venerdì 19 settembre 2014

Dakota Suite (1999) Songs For A Barbed Wire Fence


Artist: Dakota Suite
Title: Songs For A Barbed Wire Fence
Label: Glitterhouse Records ‎– GRCD 455
Format: CD, Album
Country: Germany
Released: Mar 1999
Genre: Rock
Style: Lo-Fi

Songs:
01 Wintersong
02 Crippled World
03 Harley Reeves
04 One For The Shoe Shine Man
05 Divided
06 Ornamental
07 Leaving Home
08 Johannasong
09 Over
10 Everything Is Wrong
11 December 8th 1980
12 I Can Feel Your Disease
13 The Last Thing She Wanted
14 Loss

Band:
Andrew Thrower - Bass
John Shepard - Drums
Chris Hooson - Guitar, Acoustic Guitar, Vocals
Richard Formby - Guitar, Banjo

Written:
Chris Hooson (1 to 13), Richard Formby (14)

Recorded at Woodhouse Studios in Leeds on 16 track between April 1996 and June 1997

Dakota Suite (1999) Songs For A Barbed Wire Fence
Village of Savoonga (1996) Philipp Schatz


Info :
Markus Archer dei Notwist è anche il Leader dei "Village of Savoonga", un’altro sperimentale e cervellotico progetto che attraversa (abbraccia) il Kraut-rock degli anni ’70 ed il post-rock dei ’90. Villange of Savoonga (Hausmusik, 1992) è un ulteriore tentativo, incerto tra una inutile cacofonia di suoni e la depressione.

Philipp Schatz (Hausmusik, 1996) mostra l’eleganza, l’austerità e la profondità della musica classica. Brani come: Nunca Serenada, Partida, Notion, In Search Of The White Room, Music For Hydrophonic Instruments applicano tecniche e stili musicali che sono stati inventati 30 anni prima, ma con la saggezza di 30 anni dopo.

Fonte: scaruffi

Scheda :
Band : Village of Savoonga
Album : Philipp Schatz
Anno : 1996
Etichetta : Communion
Numero di catalogo : COMM44
Genere : Electronic, Jazz, Rock
Paese : Germany

Credits :
Arranged By – Micha Acher (tracks: 1, 9), Village Of Savoonga (tracks: 2 to 8 )
Bass, Trumpet, Piano, Harmonium – Micha Acher
Composed By – Markus Acher (tracks: 2, 6), Micha Acher (tracks: 1, 9), Village Of Savoonga (tracks: 3, 7, 8 ), Wolfgang Petters (track: 4)
Drums, Noises – Christoph Brandner
Guitar, Noises – Wolfgang Petters
Guitar, Violin, Bass, Turntables, Noises – Markus Acher
Mixed By – Mario Thaler, Village Of Savoonga
Noises – Christoph Merk

Songs :
1 - Philipp Schatz
2 - Snails
3 - Partida
4 - My Mind - Your Mind
5 - Notion
6 - Nunca Serenada
7 - In Search For The White Room
8 - Music For Hydrophonic Instruments
9 - Philipp Schatz

Village of Savoonga (1996) Philipp Schatz

giovedì 18 settembre 2014

YokoKimThurston (2012) YokoKimThurston


Scheda tecnica :
Gruppo : YokoKimThurston
Album : YokoKimThurston
Anno : 2012
Genere : minimalista
Etichetta : http://chimeramusic.com/

Band :
Kim Gordon / Thurston Moore / Yoko Ono

Songs :
1 I Missed You Listening
2 Running The Risk
3 I Never Told You, Did I?
4 Mirror Mirror
5 Let's Get There
6 Early In The Morning

lunedì 15 settembre 2014

Shellac (2014) Dude Incredible


Artist: Shellac
Title: Dude Incredible
Label: Touch And Go - TG404LP
Format: Vinyl, LP, Album, 180 g + CD, Album
Country: US
Released: 16 Sep 2014
Genre: Rock
Style: Indie Rock, Math Rock

Songs:
CD-1 Dude Incredible
CD-2 Compliant
CD-3 You Came In Me
CD-4 Riding Bikes
CD-5 All The Surveyors
CD-6 The People’s Microphone
CD-7 Gary
CD-8 Mayor / Surveyor
CD-9 Surveyor

Credits:
Guitar - Steve Albini
Bass - Bob Weston
Drums - Todd Trainer
Engineer [Tape-Op] - Grégoire Yeche, Jon San Paolo
Layout - David Babbitt
Lyrics By - T-Bone Slim (tracks: B3, CD-7)
Mastered By - Steve Rooke
Other [Freediving] - Corey Rusk
Other [Office Bear] - Stephen Sowley
Other [Studio Assistant] - Matthew Russell
Photography [Cover Photo] - Reuters / Anton Meres
Photography By - David Manthey
Photography By [Cover Photo] - Anton Meres

Notes:
Packaged in a chipboard album jacket with two high gloss, full-color monkeys on the front cover. The LP is an 180-gram audiophile quality pressing and includes a CD of the full album. LP comes in a printed inner sleeve.

On the spine the band is identified as Shallac of North America. The CD has no branding or artwork on it besides the matrix info.

Shellac record 14.


Shellac (2014) Dude Incredible

domenica 14 settembre 2014

Weakling (2010) Dead As Dreams


Weakling ‎– Dead As Dreams
Label: ‎tUMULt - tm 17
Format: CD, Album
Country: US
Released: 2000
Recorded: December 1998 at Louder Studios.
Genre: Rock
Style: Black Metal

American Black Metallers Weakling were crafted in 1998 by John Gossard (guitar, vocals), Casey Ward (keyboard), Little Sunshine (drums), Sarah Weiner (bass) and Joshua M. Smith (guitar). A rehearsal demo was released that same year and then their only album, "Dead As Dreams", was appeared in 2000.

Weakling never toured even though the album received praise but the band had already broken up by then. Despite splitting up they continued with their own personal projects.

Songs:
1. Cut Their Grain and Place Fire Therein (10:28)
2. Dead As Dreams (20:39)
3. This Entire Fucking Battlefield (14:47)
4. No One Can Be Called As a Man While He'll Die (13:09)
5. Desasters in the Sun (17:06)


Weakling (2010) Dead As Dreams

giovedì 11 settembre 2014

The BackBeat Band (1994) BackBeat


Band :
Vocals – Greg Dulli
Vocals - Dave Pirner
Drums – Dave Grohl
Guitar – Thurston Moore
Guitar, Vocals – Don Fleming
Bass, Vocals – Mike Mills

Songs :
01. Money (That's What I Want)
02. Long Tall Sally
03. Bad Boy
04. Twist and Shout
05. Please Mr. Postman
06. C'mon Everybody
07. Rock & Roll Music
08. Slow Down
09. Roadrunner
10. Carol
11. Good Golly Miss Molly
12. 20 Flight Rock

The BackBeat Band (1994) BackBeat
Tuscadero - The Pink Album (First Edition) (1994)


This is the first edition of Tuscadero's Pink Album on Teenbeat Records. There was a subsequent second edition also on Teenbeat Records and then another one on Elektra, both with different mixes and cd artwork.

Update 7/2013: if you have downloaded this album the first time I posted it in 2011, please check the artwork, I may have inadvertently enclosed the artwork of the second edition. The updated links below contain the correct artwork.

Artist: Tuscadero
Title: The Pink Album
Format: CD album
Label: Teenbeat Records
Cat. Num.: teenbeat 159-cd
Year: 1994

Songs:
01: Heat Lightnin'
02: Candy Song
03: Game Song
04: Latex Dominatrix
05: Just My Size
06: Dime A Dozen
07: Lovesick
08: Mt. Pleasant
09: Nancy Drew
10: Hollywood Handsome
11: Leather Idol
12: Crayola

Tuscadero (1994) The Pink Album

mercoledì 10 settembre 2014

Teenage Fanclub (1991) Bandwagonesque


Label: Creation Records ‎– CRECD 106
Format: CD, Album
Country: UK
Released: 1991
Genre: Rock
Style: Indie Rock

Songs:
01 The Concept
02 Satan
03 December
04 What You Do To Me
05 I Don't Know
06 Star Sign
07 Metal Baby
08 Pet Rock
09 Sidewinder
10 Alchoholiday
11 Guiding Star
12 Is This Music?

Band:
Norman Blake - Vocals, guitar
Gerard Love - Vocals, bass
Raymond McGinley - Vocals, guitar
Brendan O'Hare - Drums

Teenbeat 50 (1993)


Title: Teenbeat 50
Format: CD compilation
Label: Teenbeat Records / Matador Records
Cat. Num.: TEENBEAT 50 / OLE 025-2
Year: 1993

Songs:
01: Teenbeat Theme 1991
02: Scaley Andrew - Earle Hotel
03: Bastro - Sketch For Sleepy
04: Circus Lupus - Marbles
05: Vomit Launch - Block Of Wood
06: Bells Of - Strange Pair
07: Unrest - Capitalist Joyride
08: Autoclave - Dr. Seuss?
09: Jonny Cohen - Time Loop
10: Teenage Gang Debs - On Tape
11: Sexual Milkshake - California
12: Superconductor - I'm Going To Blow Your Fucking Head Off
13: Velocity Girl - Not At All
14: Eggs - It's Hard To Be An Egg
15: Courtney Love - Shaniko
16: Teenbeat Theme 1985
17: Krokodiloes - Sweet Georgia Brown
18: Helter Skillet - The Look Out
19: Naomi Wolff - Teenage Suicide
20: Clarence - Love Affair Is Over
21: Coral - Merry Go Round
22: Jungle George - The Equator Of Her Navel
23: Mark E Superstar - Holiday New England
24: S.C.U.D. - You Fucking English Bastard
25: Butch Willis - The 23rd Rocker
26: Wall Drug - Peace